Condividi questo articolo
vedere la Colonna del serpente (Yilani Sütun)
Vuoi andare in Turchia ? vedere la Colonna del serpente (Yilani Sütun) ? Ecco una breve descrizione vedere la Colonna del serpente (Yilani Sütun).
La Colonna del serpente (Yilani Sütun)
La Colonna del Serpente (Yilani Sütun) è ciò che resta di un antico monumento a serpente in bronzo situato presso l’Ippodromo di Costantinopoli a Istanbul. La colonna una volta presentava tre serpenti intrecciati, le loro mascelle che si aprivano e sostenevano un treppiede d’oro. Da allora questo treppiede, insieme alle teste e al collo di tutti e tre i serpenti, è andato perduto, lasciando solo la colonna dei loro corpi intrecciati che può essere vista oggi.
La struttura fu costruita dopo la battaglia di Platea, iniziata nel 479 a.C. e in cui i Greci sconfissero i Persiani. La Colonna del Serpente fu eretta accanto all’altare di Apollo a Delfi per commemorare gli stati greci coinvolti nella battaglia e, secondo la leggenda, fu costruita usando il bronzo delle armi fuse dei Persiani.
La Colonna Serpente si trovò nella sua posizione attuale montata sulla spina dell’Ippodromo di Costantinopoli quando Costantino il Grande ne ordinò il trasferimento intorno al 330 a.C., insieme a molti altri monumenti antichi.
Provenienza
La colonna serpentina ha una delle storie letterarie più lunghe, tra gli oggetti provenienti dall’antichità greco-romana: la sua provenienza è indubbia, come è indubbio il fatto che compirà 2500 anni nel 2022.
Insieme al tripode e al piatto dell’offerta (entrambi andati perduti da molto tempo) la colonna costituiva un memoriale sacrificale dedicato ad Apollo Delfico.
L’offerta fu presentata nella primavera del 478 a.C., alcuni mesi dopo la sconfitta dell’esercito persiano nella battaglia di Platea, ottenuta l’anno prima dalle città-stato greche contro i Persiani che avevano invaso la Grecia continentale.
Tra gli scrittori antichi che hanno citato la Colonna si contano Erodoto, Tucidide, Demostene, Diodoro Siculo, Pausania, Cornelio Nepote e Plutarco. Lo spostamento della colonna alla nuova capitale Costantinopoli per ordine dell’imperatore Costantino è descritto da Edward Gibbon, che cita la testimonianza degli storici bizantini Zosimo, Eusebio di Cesarea, Socrate Scolastico e Sozomeno.
La battaglia di Platea
La prima guerra persiana si era conclusa con la disfatta inflitta dagli Ateniesi, nella battaglia di Maratona, alla spedizione inviata da Dario I di Persia, nel 490 a.C., disfatta che aveva temporaneamente interrotto l’avanzata persiana verso occidente. Ma la situazione, secondo i persiani, andava risolta. Sicché nel 480 a.C., dopo 4 anni di preparazione militare, Serse I, il figlio di Dario, dava inizio alla seconda guerra persiana, finalizzata a sottomettere definitivamente la Grecia.
Le forze persiane mobilitate erano numerosissime, sia per terra che per mare. L’invasione di terra, avanzando attraverso la Tessaglia verso l’Attica, fu solo rallentata dalla eroica resistenza degli Spartani alle Termopili. La flotta degli alleati greci che doveva difendere la costa davanti alle Termopili, avuta notizia che quel passaggio era perduto, si ritirò verso l’isola di Salamina, mentre i Persiani dilagavano in Beozia e in Attica. La popolazione civile di Atene era stata evacuata, ma la città fu presa ed incendiata (agosto 480 a.C.).
I Greci tuttavia riuscirono ad attirare la flotta persiana nello stretto canale tra Salamina e l’Attica, infliggendole nel settembre 480 a.C. una sonora sconfitta, favorita anche dalle dimensioni e dalla numerosità delle navi avversarie.
I persiani ripresero la campagna militare per via di terra nella primavera-estate successive, sotto la guida di Mardonio, che tentò di ingaggiare battaglia a Platea. La sua uccisione in una prima scaramuccia determinò però la catastrofe militare dell’intero esercito di terra, e subito dopo, a Micale, l’annientamento dei resti della flotta persiana.
Il significato della battaglia di Platea
Le vittorie greche a Platea e contemporaneamente nella battaglia navale di Micale ebbero come risultato che l’Impero persiano non attaccò mai più la Grecia continentale.
In seguito la politica della Persia fu perseguita con strumenti diplomatici, corrompendo, raggirando, mettendo le città una contro l’altra. Però con queste vittorie e la creazione della Lega delio-attica, Atene riuscì a consolidare il proprio potere nella fioritura della democrazia ateniese del V secolo a.C., guidata da Pericle figlio di Santippo, il vincitore di Micale.
Dopo la battaglia di Platea – l’ultima delle guerre persiane – i Greci costruirono una colonna di bronzo costituita da tre serpenti interlacciati (in greco: Τρικάρηνος Όφις, il serpente a tre teste), i cui corpi formavano la colonna, per commemorare le 31 città-stato greche che avevano partecipato alla battaglia. Secondo Erodoto, la colonna venne fusa nel bronzo delle armi persiane.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row column_structure=”1_3,1_3,1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_column type=”1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][/et_pb_code][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][/et_pb_code][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][/et_pb_code][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_text _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” header_2_font=”Adamina|||||on|||” header_3_font=”Adamina|||||on|||” header_4_font=”Adamina|||||on|||” custom_padding=”||2px|||” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”]Come arrivare in Turchia
Sono tanti i tipi avventurosi (e chi vi scrive fa parte di questa categoria) che raggiungono ogni anno la Turchia via macchina dall’Italia. Si tratta di un viaggio interessante, che vi permette di incontrare sul tragitto anche qualche chicca da visitare.
Sicuramente non si tratta di un viaggio semplice, dato che c’è da attraversare, nella migliore delle ipotesi, Italia, Grecia e infine Turchia,
Vediamo insieme come organizzarci, da dove passare e come evitare problemi di sorta.
Piuttosto che fare il giro dei balcani, con quello che comporta a livello di distanza da percorrere e di dogane da attraversare, è sicuramente meglio prendere un traghetto in direzione Igoumenitsa e poi procedere sulle autostrade greche.
I traghetti partono da Ancona e Brindisi, e dopo un viaggio piuttosto confortevole vi lasceranno, appunto, al porto di Igoumenista, da dove partono le autostrade greche che poi vi consentiranno di raggiungere anche Istanbul.
Sarà la crisi che ha colpito il paese greco, sarà che le autostrade sono anche troppo ampie per un paese che conta meno di 10 milioni di abitanti, ma sta di fatto che guidare in Grecia è uno spasso. Si paga pochissimo (circa 6€ fino al confine turco), non c’è praticamente nessuno, e si mangia anche bene in Autogrill.
Ti possono interessare:
– Cosa vedere in Turchia in 15 Giorni
– Balat il quartiere più colorato
– Il mercato delle spezie di Istanbul
– Luoghi da visitare nel quartiere di besiktas
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]