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Museo del mosaico Zeugma

Museo del mosaico Zeugma

Zeugma sorgeva su una via di comunicazione e traffici, al confine con l’impero dei Parti, e fu sede di una importante Legione romana, che qui fece confluire le ricchezze legate alla presenza dei militari e dei loro traffici.

Le rovine della città, localizzate vicino al villaggio di Tilmusa, nella provincia turca di Şanlıurfa, sono ora sommerse dalle acque della diga di Birecik Dam.

Parte delle rovine dell’antica città di Zeugma sono già andate perdute nel 2000, in quell’anno la zona più vicina al fiume è stata allagata in seguito alla costruzione di una diga sull’Eufrate.

Nei mesi precedenti all’allagamento, 200 archeologi da tutto il mondo accorsiero per collaborare al salvataggio di parte dei reperti, che vennero poi portati nella vicina città di Gaziantep, dove venne realizzato il museo del mosaico.

I mosaici

E’ difficile spiegare con le parole la bellezza di questi mosaici, che una volta arredavano le ville patrizie dei nobili e dei ricchi di Zeugma.

Le figure e scene mitologiche sono i soggetti principali, realizzati con una maestria davvero unica.

Questo è il famoso mosaico della “gypsy girl”, che è mostrato in una stanza dedicata, illuminato nell’oscurità.

Lo sguardo intenso e misterioso le ha meritato il soprannome di “Mona Lisa”.

Zeugma: la magnifica città al confine della Mesopotamia

Il fiume Eufrate, insieme al suo compagno Tigri, ha delineato i confini della Mesopotamia, culla di antiche civiltà, e ha portato fertilità alla regione per migliaia di anni.  Alessandro Magno attraversò le terre dell’Anatolia nel suo tentativo di conquistare il mondo 2.300 anni fa e uno dei suoi comandanti, Seleuco I Nicatore, in seguito scelse le fertili sponde del fiume Eufrate per costruire il suo insediamento, che chiamò “Seleucia sull’Eufrate”, una combinazione del suo nome e del fiume. Quando la città passò sotto la dominazione romana nel 64 a. C., il suo nome fu cambiato in “Zeugma”, che significa “testa di ponte”. Si è rivelata una scelta appropriata in quanto la città era all’incrocio delle rotte commerciali e di varie civiltà nel corso dei secoli. La città mantenne la sua posizione vantaggiosa e divenne così ricca da essere una delle quattro città più grandi del regno di Commagene fino a quando non fu distrutta dai Sassanidi. La maggior parte dei mosaici esposti nel Museo del Mosaico Zeugma sono stati portati alla luce dalle ville di nobili e ricchi della città. I mosaici più suggestivi un tempo ricoprivano le pareti e persino i pavimenti delle ville Poseidone ed Eufrate; sono attualmente esposti al livello d’ingresso del Museo, e sono i migliori indicatori della ricchezza della città. Le raffigurazioni sono particolarmente realistiche e dettagliate e gli esperti concordano sul fatto che sono tra i capolavori di questa forma d’arte.

Simbolo del Museo: la Ragazza Zingara

Tutti i pannelli musivi esposti nel Museo sono opere di grande maestria. Alcuni di loro sono stati realizzati con cinquecentomila tessere, e non si può fare a meno di ammirare il realismo e la vivacità con cui sono state realizzate le figure. I mosaici aiutano i visitatori a visualizzare la vita della città durante l’era romana e aprono la vista al sistema di credenze di quei giorni. Tuttavia, il pezzo più importante del Museo non è uno di questi grandi pannelli, ma un pezzo relativamente piccolo, del II secolo d.C.: il mosaico di Menade, popolarmente noto come la Ragazza Zingara. È l’unica parte rimasta del mosaico pavimentale della sala da pranzo della Villa Maenad. Gli occhi dolenti della figura hanno reso il pezzo il manufatto più amato del Museo: la Ragazza Zingara è considerata la Gioconda di Zeugma e il simbolo della città antica e del museo.

Cinque premi in due anni

Il Museo ha ricevuto il primo premio nella categoria degli investimenti nel turismo culturale della Turchia sia nel 2011 che nel 2012. Nel 2012 è stato assegnato al Museo il Presidential Culture and Arts Grand Award, considerato il premio più prestigioso della Turchia. Nel 2012 e nel 2014 è stato votato dai clienti di TripAdvisor per il Certificato di Eccellenza.

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Come arrivare in Turchia

Sono tanti i tipi avventurosi (e chi vi scrive fa parte di questa categoria) che raggiungono ogni anno la Turchia via macchina dall’Italia. Si tratta di un viaggio interessante, che vi permette di incontrare sul tragitto anche qualche chicca da visitare.

Sicuramente non si tratta di un viaggio semplice, dato che c’è da attraversare, nella migliore delle ipotesi, Italia, Grecia e infine Turchia,

Vediamo insieme come organizzarci, da dove passare e come evitare problemi di sorta.

Piuttosto che fare il giro dei balcani, con quello che comporta a livello di distanza da percorrere e di dogane da attraversare, è sicuramente meglio prendere un traghetto in direzione Igoumenitsa e poi procedere sulle autostrade greche.

I traghetti partono da Ancona e Brindisi, e dopo un viaggio piuttosto confortevole vi lasceranno, appunto, al porto di Igoumenista, da dove partono le autostrade greche che poi vi consentiranno di raggiungere anche Istanbul.

Sarà la crisi che ha colpito il paese greco, sarà che le autostrade sono anche troppo ampie per un paese che conta meno di 10 milioni di abitanti, ma sta di fatto che guidare in Grecia è uno spasso. Si paga pochissimo (circa 6€ fino al confine turco), non c’è praticamente nessuno, e si mangia anche bene in Autogrill.

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