SCOPRIRE LE MERAVIGLIE DI ISTANBUL
Istanbul è una città da vedere almeno una volta nella vita… quando ci si arriva, si rimane incantati dalla selva di minareti, dalle decorazioni fantastiche del palazzo di Topkapi, dall’animazione del bazar, dai battelli che fanno la spola tra le rive del Corno d’Oro e del Bosforo.
E da molto altro. Ma anche chi c’è già stato trova sempre tante novità a Istanbul: come l’edificio principale dei Musei archeologici, riaperto da poco in veste rinnovata, che conserva circa un milione di oggetti provenienti da svariate culture, tra cui i celebri sarcofagi della necropoli di Sidone.
È il primo museo della storia dell’impero ottomano e della Turchia. Un motivo in più per tornare.
IMMERGERSI NELLA STORIA AD ANKARA
La capitale della Turchia è Ankara, sede di un eccezionale museo che è forse il più suggestivo ed emozionante del Paese.
Il Museo delle civiltà anatoliche conserva infatti oggetti e monumenti di popoli e culture dell’Anatolia dalla tarda età della pietra fino all’antichità classica, permettendo di farsi un’idea completa della storia antica del paese e di conoscere anche civiltà poco note.
In particolare, si rimane basiti di fronte alle pitture murali del neolitico, alle lettere dei mercanti assiri (talvolta ancora protette dalle loro buste!), dalle sculture ittite…
CAMMINARE SU UN LAGO SALATO
Nel tragitto da Ankara verso la Cappadocia, a circa 150 km dalla capitale, si trova uno dei più grandi laghi salati dell’Eurasia, se non il più grande.
Si chiama proprio “Lago salato” (in turco Tuz Gölü) ed è un’enorme distesa bianca, abbacinante, una superficie piatta in cui lo sguardo si perde verso l’orizzonte.
Basta allontanarsi dalle rive per ritrovarsi da soli e farsi avvolgere dalla luce accecante della superficie salata. È anche la più grande riserva di sale del Paese; solo in alcuni periodi dell’anno si riempie d’acqua.
DORMIRE IN UNA CAMERA SCAVATA NELLA ROCCIA
Almeno una volta nella vita bisognerebbe visitare la Cappadocia. Quei pinnacoli cesellati dal vento e dal tempo, il tufo eroso e scavato, le grotte ricoperte di affreschi, gli orti e i giardini che spuntano nel paesaggio arido e fertile nello stesso tempo: tutto sembra fatto per meravigliare.
L’aspetto forse più affascinante è la senszione di continuità: il vino si produce localmente come secoli fa, cavalli e muli sembrano gli stessi del tempo dei Romani, il vasellame di Avanos si produce sempre con l’argilla del fiume, le caverne sono ancora abitate.
Ecco: dormire in una camera scavata nella roccia, naturalmente con tutti i comfort moderni, e svegliarsi con il sole che sorge sopra i camini delle fate è un’altra di quelle esperienze memorabili di un viaggio in Turchia.
VOLARE SUI CAMINI DELLE FATE
A proposito di svegliarsi in Cappadocia.
Da tempo c’è un modo diverso di iniziare la giornata sulla grande distesa vulcanica: a bordo di una mongolfiera. Si sale ancora con il favore delle tenebre, prima dell’alba, per poi assistere allo spettacolo del sorgere del sole sorvolando vigneti, canyon e camini delle fate.
Il silenzio regna sovrano, là in alto e di prima mattina, e lo spettacolo di decine di mongolfiere colorate sparse attorno a voi metterà a dura prova la capacità del vostro smartphone o della vostra sim nella macchina fotografica.
ASSISTERE AI RITUALI DEI DERVISCI
Konya non è tra le città più conosciute della Turchia.
È invece un luogo di pellegrinaggio per il mondo musulmano: qui sorge la capitale selgiuchide medievale venerata dai turchi devoti, e questa fu la patria adottiva del Mevlana, il mistico sufi che fondò la setta dei dervisci rotanti, i cui scritti contribuirono a dar nuova forma al pensiero islamico.
Perché rotanti? Semplice: perché gli adepti roteano a suon di musica, liberandosi dai vincoli terreni e abbandonandosi all’amore divino.
Velocità, armonia, vesti bianche che diventano nuvole, meditazione che sconfina nella trance: assistere a un sema (le esibizioni si tengono anche a Istanbul) è un’esperienza indimenticabile.
PROVARE UN HAMMAM TRADIZIONALE
Un tempo l’hammam (bagno turco) avevo un ruolo legato all’igiene, alle relazioni sociali e alla vita religiosa (spesso gli hammam facevano parte del complesso di una moschea).
Oggi la sua importanza sociale resiste, anche se in minor misura rispetto al passato, ma l’hammam è diventato soprattutto luogo di benessere e relax: provarne uno in Turchia è un’esperienza da non perdere, sia per la curiosità di immergersi in un ambiente suggestivo, denso di fumi e vapori, sia per il vigore dei massaggi praticati dagli abilissimi tellak, sia per il senso di rigenerazione che se ne riceve.
ENTRARE NELLA CASA DELLA VERGINE MARIA
La Turchia conserva anche molti luoghi della tradizione cristiana.
Tra questi, uno dei più stupefacenti è vicino a Efeso e facilmente visitabile.
La Casa di Maria (in turco Meryem Ana Evi) è da secoli un luogo sacro dei cristiani ma anche dei musulmani, ubicato sul monte Solmisso: qui si crede che abitò fino alla fine dei suoi giorni terreni, attorno alla fine del primo secolo, Maria di Nazaret, madre di Gesù Cristo, affidata dal Messia all’apostolo Giovanni.
Come in molti altri luoghi in Turchia, anche entrare nella Casa di Maria (una piccola cappella dove il pellegrinaggio è continuo) regala infinite suggestioni.
RIMANERE DI STUCCO DI FRONTE ALLA BIBLIOTECA DI EFESO
Una città antica meravigliosa, la più grande e meglio conservata nel Mediterraneo dopo Pompei: Efeso lascia di stucco, perché camminando sulla “via dei Cureti” affiancati da monumenti, teatri, case e mosaici sembra davvero di fare un salto indietro nel tempo.
Quando poi si arriva di fronte alla biblioteca di Celso, eretta tra il 110 e il 135 d.C., lo stupore raggiunge il suo apice: la facciata è talmente armonica e nello stesso tempo imponente che non si può lasciarsi scappare un “ooh” di meraviglia, ripensando a quando qui passeggiavano decine di eruditi ed erano conservate 12mila pergamene.
RIPENSARE AI MITI ANTICHI A TROIA
È il sito archeologico più famoso della Turchia: non tanto per la bellezza delle sue rovine, quanto per le tante storie che ci ha lasciato Omero e che sono entrate a far parte del nostro immaginario collettivo.
A Troia è bello lasciare briglia sciolta a fantasia e immaginazione e passeggiare tra gli strati delle antichissime città – dove si visitano porte, mura, templi – ripensando a Elena e a Paride, a Ettore e ad Achille, a Briseide e a Criseide, magari leggendo qualche passo dell’Iliade.
Nessuno ci potrà mai dire se la guerra di Troia si sia effettivamente svolta; ma anche solo evocarla, mentre si è lì, non mancherà di suggestionare pure i più scettici.