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Cosa vedere in Turchia ad Ani
Hai in programma un viaggio in Turchia ? Vuoi passare ad Ani ? Ecco , cosa vedere in Turchia ad Ani !
Ani (in armeno: Անի, in latino: Abnicum, in turco: Ani, in greco: Ἄνιον) è una città medievale in rovina situata nella provincia turca di Kars, vicino al confine con l’Armenia.
Nel medioevo fu la capitale del regno armeno, che comprendeva la maggior parte dell’attuale Armenia e della Turchia orientale.
La città è collocata tra le gole del fiume Akhurian ad est e la valle Tzaghkotzadzor ad ovest. L’Akhurian è un affluente del fiume Aras e forma parte del confine tra la Turchia e l’Armenia.
Chiamata la “Città delle 1001 chiese”, la città era al crocevia di diverse strade commerciali e i suoi edifici religiosi, palazzi e fortificazioni erano tra i più avanzati, sia a livello tecnico che artistico, del mondo.
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Gli storici armeni menzionano Ani per la prima volta nel V secolo, descrivendola come una fortezza posta sulla cima di una collina e appartenente alla dinastia armena dei Kamsarakan.
All’inizio del IX secolo i territori dell’Arsharunik e dello Shirak (inclusa Ani) appartenenti ai Kamsarakan furono incorporati nei possedimenti della dinastia armena dei Bagratuni, il cui capo, Ashot Msaker (detto il “Mangiacarne”) (806-827), fu insignito dal Califfato nell’804 del titolo di ishkhan (principe) di Armenia.
La prima capitale dei Bagratidi fu Bagaran, a 40 km a sud di Ani, poi la capitale fu trasferita a Shirakavan, a 25 km a nord-est di Ani, e quindi, nel 929, a Kars. Nel 961 il re Ashot III (953-977) trasferì la capitale ad Ani. La città si espanse rapidamente durante il regno di Smbat II (977-989).
Nel 992 il Catolicosato armeno fu trasferito ad Ani. All’inizio dell’XI secolo la popolazione di Ani oltrepassava i 100.000 abitanti e la sua fama era tale da essere conosciuta come “la città dalle quaranta porte” e “la città dalle centouno chiese”.
L’aumento di potere e di ricchezza ne fecero un importante snodo commerciale.
Ani raggiunse il massimo splendore durante il lungo regno di Gagik I (989-1020). Dopo la sua morte il regno fu diviso tra i due figli: il figlio maggiore, Hovhannes-Smbat (1020-1041), prese possesso di Ani, mentre il figlio minore, Ashot (1020-1040), dominava sulla restante parte del regno Bagratide.
Hovhannes Smbat, temendo che l’impero bizantino potesse attaccare il regno ora indebolito, designò suo erede l’imperatore Basilio II.
Alla morte di Hovhannes, nel 1041, Michele IV reclamò la sovranità su Ani. Il nuovo re di Ani, Gagik II (1042-1045) vi si oppose e l’imperatore bizantino mandò il suo esercito a prendere possesso della città. Vi riuscì nel 1045, dopo la cattura di Ashot, e nella città venne insediato un governatore greco.
Ma andiamo alle cose da vedere in Turchia ad Ani.
Arslan Kapısı
La massiccia Arslan Kapısı (o Aslan Kapısı, porta del leone) probabilmente deve il suo nome ad Alp Arslan, il sultano selgiuchide che conquistò Ani nel 1064, ma forse anche all’aslan (leone) raffigurato nel rilievo del muro interno.
Fethiye Camii (moschea della vittoria)
Situata sull’altopiano, la cattedrale, successivamente ribattezzata Fethiye Camii (moschea della vittoria) dai conquistatori selgiuchidi, è l’edificio più grande e più imponente di Ani.
La sua costruzione fu avviata da re Smbat II nel 987 e portata a termine sotto Gagik I nel 1010.
Ani un tempo era la sede del patriarcato ortodosso armeno; i tre portali erano utilizzati come ingressi separati, riservati rispettivamente al patriarca, al re e al popolo.
Essendo il più grandioso edificio religioso della città, veniva trasformata in moschea ogni volta che i musulmani conquistavano Ani, per essere riconvertita in chiesa quando il potere tornava in mani cristiane. L’ampia cupola, un tempo sostenuta da massicce colonne, è crollata molti secoli fa.
Visto da lontano, l’edificio sembra piuttosto scialbo, ma un’osservazione ravvicinata rivela notevoli elementi decorativi, come i rosoni, le finestre a feritoia circondate da eleganti intagli, le numerose nicchie triangolari, le iscrizioni in lingua armena accanto all’entrata principale e l’arcata cieca a colonne sottili che corre intorno all’intera struttura.
Proseguendo verso la Menüçer Camii, si passa davanti a una zona di scavi che probabilmente era una strada con negozi.
Più a nord sorgono le rovine di un minareto crollato che si pensa appartenesse all’Ebul Muhammeran Camii .
Chiesa dei Santi Apostoli (Arak Elots Kilisesi)
La Chiesa dei Santi Apostoli (Arak Elots Kilisesi) risale al 1031, ma quando conquistarono la città, nel 1064, i selgiuchidi aggiunsero una porta con una bella cupola e usarono l’edificio come caravanserraglio – donde il nome turco.
È piuttosto ben conservata, con rilievi decorativi, rosoni, arcate che si intersecano diagonalmente nella navata e soffitti decorati a motivi geometrici realizzati con intarsi di pietra policroma.
Osservate anche le varie iscrizioni armene e la khatchkar scolpita sullo sfondo rettangolare.
Chiesa del Redentore (Chiesa di San Prkitch, 1034-36)
Poco oltre i resti di un frantoio, compare alla vista la Chiesa del Redentore (Chiesa di San Prkitch, 1034-36). L’immagine è di grande effetto: solo il rudere di metà della struttura è ancora in piedi, perché l’altra metà è stata distrutta da un fulmine nel 1957.
Pare che la chiesa sia stata costruita per custodire un frammento della Croce portato qui da Constantinopoli; la storia è riportata nelle iscrizioni armene sulla facciata, dove spicca anche una superba khatchkar (croce di pietra) su un elaborato sfondo rettangolare a circa 3 m da terra.
La struttura architettonica è quella tipica delle chiese armene costruite in questa zona, a pianta circolare con più absidi.
Chiesa San Gregorio
Questa chiesa a pianta rotonda, sormontata da una cupola conico, risale all’incirca al 994. Fu costruita per la facoltosa famiglia Pahlavuni dallo stesso architetto della Chiesa del Redentore.
L’esterno a 12 lati presenta una serie di profonde nicchie sormontate da rilievi a forma di conchiglia; più in alto, le finestre del tamburo sono incorniciate da un doppio ordine di arcate cieche.
Essendo stata restaurata una prima volta nel 1040, nella chiesa era in corso il restauro del secondo millennio quando questa guida era in fase di stesura. Da qui si può ammirare un villaggio scavato nella roccia oltre la scarpata del fiume.
Sotto un hamam dell’XI secolo, in una posizione difficile da notare vicino alle mura che separano Ani dalla gola dell’Arpa Çayı, si trova la Chiesa di San Gregorio l’Illuminatore (in turco Resimli Kilise, “chiesa con dipinti”).
Intitolata all’apostolo degli armeni, fu costruita nel 1215 dal nobile devoto Tigran Honentz e, benché l’interno sia stato danneggiato dalle intemperie e da atti di vandalismo, si presenta in condizioni migliori rispetto alla maggior parte degli edifici del sito.
Osservate la lunga iscrizione armena scolpita sui muri esterni e i vivaci affreschi che raffigurano scene della Bibbia e della storia della chiesa armena. Notate anche le ben conservate sculture a rilievo con figure di animali.
Tempio di ZoroAstro
Si pensa che questo tempio oggi diroccato sia stato costruito fra l’inizio del I secolo d.C. e la prima metà del IV. Potrebbe essere stato convertito successivamente in cappella cristiana.
Gli unici resti consistono in quattro colonne circolari non più alte di un metro e mezzo, situati fra la chiesa georgiana e la Chiesa dei Santi Apostoli, a un centinaio di metri da quest’ultima.
İç Kale
Al di là del prato ondulato, a sud-ovest della moschea, sorge la monumentale İç Kale (“la fortezza”), le cui sue estese rovine includono metà di una chiesa diroccata.
Oltre la İç Kale, su un pinnacolo roccioso al di sopra dell’Arpa Çayı, si trova una piccola chiesa chiamata Kız Kalesi (castello della vergine).
Entrambe si possono ammirare solo da lontano perché si trovano in una zona vietata.
Come arrivare ad Ani
Ci vogliono circa 3h 8min per andare da Istanbul a Ani (città), compresi i trasferimenti.
La soluzione più rapida per arrivare da Istanbul a Ani (città) è volo, costa 1.100 ₺ – 2.500 ₺ e impiega 3h 8min.
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