Condividi questo articolo
Fortezza Rumeli (Rumeli Hisari) Tours
Vuoi andare in Turchia ? vedere la Fortezza Rumeli (Rumeli Hisari) ? Eccoti una descrizione veloce.
Costruita in soli quattro mesi, la fortezza Rumeli del XV secolo ha svolto un ruolo chiave nella caduta di Costantinopoli bizantina. Insieme alla Fortezza Anatolica (Anadolu Hisarı) sul Bosforo, la Fortezza Rumeli fu usata dagli Ottomani per tagliare aiuti e rifornimenti a Costantinopoli.
Oggi funge sia da teatro all’aperto che da sito di interesse storico.
La Colonna del serpente (Yilani Sütun)
Rumelihisarı (noto anche come Castello Rumeliano e Castello di Roumeli Hissar) o Castello di Boğazkesen (che significa letteralmente “Castello dello stretto”) è una fortezza medievale situata a Istanbul, in Turchia, su una serie di colline sulle rive europee del Bosforo.
La fortezza dà anche il suo nome alla mahalle (quartiere) immediatamente circostante, nel distretto di Sarıyer.
Concepito e costruito tra il 1451 e il 1452 per ordine del sultano ottomano Mehmed II, il complesso fu commissionato in preparazione dell’assedio ottomano pianificato sull’allora città bizantina di Costantinopoli, con l’obiettivo di tagliare i soccorsi militari e logistici marittimi che avrebbero potuto potenzialmente venire in aiuto dei bizantini attraverso lo stretto del Bosforo, da cui il nome alternativo della fortezza, “Boğazkesen”, ovvero il castello “tagliatore dello stretto”.
La sua struttura sorella più antica, Anadoluhisarı (“fortezza anatolica”), si trova sulle rive opposte del Bosforo, in Anatolia (Asia); durante l’assedio finale le due fortezze lavorarono in stretto coordinamento per limitare tutto il traffico navale lungo il Bosforo, aiutando così gli ottomani a raggiungere il loro obiettivo di fare della città di Costantinopoli (in seguito ribattezzata Istanbul) la loro nuova capitale imperiale nel 1453.
Dopo la conquista ottomana della città, Rumelihisarı servì da posto di controllo doganale e occasionalmente da prigione, in particolare per il personale delle ambasciate degli Stati che erano in guerra con l’Impero.
Dopo aver subito ingenti danni nel grande terremoto del 1509, la struttura fu riparata e rimase in uso ininterrottamente fino alla fine del XIX secolo.
Oggi, Rumelihisarı è un popolare museo aperto al pubblico e funge anche da sede per concerti stagionali, festival d’arte ed eventi speciali all’aperto.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row column_structure=”1_3,1_3,1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_column type=”1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][/et_pb_code][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][/et_pb_code][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_3″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][/et_pb_code][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”][et_pb_text _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” header_2_font=”Adamina|||||on|||” header_3_font=”Adamina|||||on|||” header_4_font=”Adamina|||||on|||” custom_padding=”||2px|||” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”et_body_layout”]Come arrivare in Turchia
Sono tanti i tipi avventurosi (e chi vi scrive fa parte di questa categoria) che raggiungono ogni anno la Turchia via macchina dall’Italia. Si tratta di un viaggio interessante, che vi permette di incontrare sul tragitto anche qualche chicca da visitare.
Sicuramente non si tratta di un viaggio semplice, dato che c’è da attraversare, nella migliore delle ipotesi, Italia, Grecia e infine Turchia,
Vediamo insieme come organizzarci, da dove passare e come evitare problemi di sorta.
Piuttosto che fare il giro dei balcani, con quello che comporta a livello di distanza da percorrere e di dogane da attraversare, è sicuramente meglio prendere un traghetto in direzione Igoumenitsa e poi procedere sulle autostrade greche.
I traghetti partono da Ancona e Brindisi, e dopo un viaggio piuttosto confortevole vi lasceranno, appunto, al porto di Igoumenista, da dove partono le autostrade greche che poi vi consentiranno di raggiungere anche Istanbul.
Sarà la crisi che ha colpito il paese greco, sarà che le autostrade sono anche troppo ampie per un paese che conta meno di 10 milioni di abitanti, ma sta di fatto che guidare in Grecia è uno spasso. Si paga pochissimo (circa 6€ fino al confine turco), non c’è praticamente nessuno, e si mangia anche bene in Autogrill.
Ti possono interessare:
– Cosa vedere in Turchia in 15 Giorni
– Balat il quartiere più colorato
– Il mercato delle spezie di Istanbul
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]