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E pericoloso andare in Turchia 2022
Al confine tra Iraq e Turchia, nei pressi di Zakho, ci domandavamo cosa ci saremo dovuti aspettare dal nostro ingresso in Turchia.
A dire il vero, fino all’ultimo momento eravamo (ingiustamente) dubbiosi persino del fatto che i militari turchi ci avrebbero permesso di passare.
La tappa è stata la scenografica Mardin, una vera e propria terrazza sulla Mesopotamia, dalla quale abbiamo raggiunto Diyarbakyr. Quest’ultimo è il capoluogo di provincia della zona a maggioranza curda della Turchia; nel 2015 la città è stata purtroppo protagonista di quella che può essere definita a tutti gli effetti una guerra civile che ha coinvolto tutta l’area e che ha portato alla distruzione di Sur, una parte del centro storico.
L’aereo per l’Italia ci aspettava a Gaziantep, una delle città che ha accolto più rifugiati siriani in tutto il paese, assorbendoli con relativo successo nel tessuto sociale della città.
Siamo rimasti in questa zona della Turchia appena una settimana, ma ci è bastato per rimanere a bocca aperta di fronte ai luoghi visitati, innamorarci della sua spigolosa bellezza e desiderare di tornare a visitare quei luoghi che non abbiamo avuto il tempo di raggiungere, come ad esempio Van e il suo lago.
Chi segue da vicino le notizie che riguardano la Turchia, si sarà sicuramente accorto che la situazione nel Sud-Est del paese, quello al confine con Siria e Iraq, non è delle migliori. Dopo la tornata elettorale si sono infatti intensificati di nuovo gli scontri che vedono da una parte le forze governative e dall’altra invece i ribelli del PKK.
Diyarbakir e Sirnak sono tra le due città maggiormente colpite dagli scontri e continuano a contarsi morti da una parte e dall’altra.
Si tratta però di un’area del paese ricca anche di attrazioni turistiche, soprattutto di carattere archeologico e verrebbe da chiedersi se sia o meno il caso di visitare la zona proprio in questo periodo.
Vediamo insieme se sia il caso, nel momento in cui vi scriviamo, oppure no.
Il problema degli scontri armati
Il primo problema, quello più evidente, il classico elefante nella stanza è quello degli scontri armati. Ordigni, assalti ai mezzi blindati e sparatorie sono purtroppo all’ordine del giorno e, nonostante il governo turco cerchi di mantenere un basso profilo, la situazione non è affatto tranquilla.
Le perdite tra i turchi, soprattutto tra poliziotti e militari, superano ormai le 100 unità negli ultimi 4 mesi e questo non è sicuramente un buon segnale. La zona, che sembrava pacificata fino a poco prima delle elezioni, è tornata ad essere centro di scontri importante.
Il coprifuoco
Molte aree della città sono sottoposte a coprifuoco al calar del sole, altro motivo aggiuntivo, se ce ne fosse davvero bisogno, per non visitare l’area. Il coprifuoco riguarda anche le statali che collegano le città, che sono spesso oggetto di barricate da parte dei ribelli e dove non è insolito incontrare anche posti di blocco degli stessi ribelli.
Il transito è difficoltoso addirittura per i parlamentari che hanno voluto raggiungere l’area per certificarsi delle condizioni del luogo.
Il consiglio di noi di InTurchia è quello di evitare, almeno per il momento, tour di tipo turistico nell’area, sia per i problemi legati alle violenze di cui abbiamo parlato sopra, sia perché lo stesso governo turco invita a non recarsi nell’area, se non per motivi di urgenza assoluta.
L’arrivo del Covid-19 nel 2020
Il trend degli afflussi turistici in Turchia era previsto in costante aumento, nel 2020 dopo un’assenza di 4 anni era previsto finalmente anche il ritorno delle crociere Costa ed Msc.
Ma a tarpare le ali al turismo in Turchia questa volta ci ha pensato L’AVVENTO DEL CORONAVIRUS, emergenza globale che praticamente ha fermato il mondo per 2 anni e che ha vietato agli italiani di effettuare viaggi per turismo al di fuori della comunità europea per un periodo di tempo lunghissimo.
Previsioni per il 2022
In realtà, dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni, è meglio non fare previsioni. Non appena la pandemia sembra finalmente sotto controllo e si aprono spiragli per la riapertura dei viaggi, la Russia attacca l’Ucraina e ricominciano le paure ed i timori per i viaggiatori.
Già cominciano ad arrivarci le prime mail di persone che pensano di cancellare il viaggio poichè preoccupate per il conflitto. Tutte cose che abbiamo già visto con la guerra in Siria ed a cui facciamo sempre fatica ad abituarci.
Quali sono stati i rischi in Turchia ai tempi della guerra in Siria? Nessuno. Quali sono i rischi attualmente in Turchia a seguito del conflitto in Ucraina? Nessuno, ma sembra un’impresa impossibile convincere le persone del contrario.
Ci proviamo sommessamente facendo notare che ad esempio in Libia c’è una guerra che va avanti da molti anni ormai, la Libia dista solo 450 km in linea d’aria dalle coste siciliane, mentre la Turchia dista 600 km dalle coste Ucraine, ma nessun italiano probabilmente ha mai pensato di non andare in vacanza in Sicilia perchè pensava che la situazione non fosse tranquilla. Purtroppo la triste verità è che nel mondo ci sono tante guerre dimenticate, e ciò che accade in Libia ci appare lontanissimo solo perchè non lo vediamo in tv.
Aggiungiamo anche che Istanbul dista da Kiev circa 1000 km che è più o meno la stessa distanza che separa Trieste dalla capitale ucraina. A volte basta guardare bene una cartina per evitare di farsi offuscare gli occhi da panico immotivato. Se la situazione dovesse davvero degenerare e Putin decidesse di scatenare una guerra nucleare, saremmo tutti nella stessa barca e di sicuro neanche in Italia si starebbe al sicuro, ma per il momento stiamo parlando di fantapolitica.
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Sono tanti i tipi avventurosi (e chi vi scrive fa parte di questa categoria) che raggiungono ogni anno la Turchia via macchina dall’Italia. Si tratta di un viaggio interessante, che vi permette di incontrare sul tragitto anche qualche chicca da visitare.
Sicuramente non si tratta di un viaggio semplice, dato che c’è da attraversare, nella migliore delle ipotesi, Italia, Grecia e infine Turchia,
Vediamo insieme come organizzarci, da dove passare e come evitare problemi di sorta.
Piuttosto che fare il giro dei balcani, con quello che comporta a livello di distanza da percorrere e di dogane da attraversare, è sicuramente meglio prendere un traghetto in direzione Igoumenitsa e poi procedere sulle autostrade greche.
I traghetti partono da Ancona e Brindisi, e dopo un viaggio piuttosto confortevole vi lasceranno, appunto, al porto di Igoumenista, da dove partono le autostrade greche che poi vi consentiranno di raggiungere anche Istanbul.
Sarà la crisi che ha colpito il paese greco, sarà che le autostrade sono anche troppo ampie per un paese che conta meno di 10 milioni di abitanti, ma sta di fatto che guidare in Grecia è uno spasso. Si paga pochissimo (circa 6€ fino al confine turco), non c’è praticamente nessuno, e si mangia anche bene in Autogrill.
Dovrete procedere prima in direzione Thessaloniki/Salonicco/Selanik, e poi continuare in direzione Aleksandroupoli, ultima città che attraverseremo prima del confine turco.
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