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Cosa vedere sull’isola di Akdamar
Vuoi conoscere, cosa vedere sull’isola di Akdamar ? Ok, vediamolo insieme.
Isola di Akdamar è la seconda più grande delle quattro isole del Lago di Van , nella Turchia orientale. Con una superficie di circa 0,7 km², si trova a circa 3 km dalla costa.
All’estremità occidentale dell’isola, una roccia calcarea, dura e grigia, si erge a 80 m sopra il livello del lago (1.912 m sul livello del mare). L’isola declina ad est fino a un sito pianeggiante dove una sorgente fornisce abbondante acqua.
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La storia dell’Armenia intera è stata molto controversa e si districa ancora oggi tra narrazioni, mistificazioni e leggende.
La maggior parte dei resti di una civiltà imponente come quella armena sono andati distrutti o sono in rovina. Resta però un eccezione, quello della Chiesa della Santa Croce sull’isola di Akdamar.
Una posizione suggestiva che crea un’atmosfera favolistica e idilliaca, ultimo baluardo del paradiso perduto degli Armeni.
Chiesa della Santa Croce sull’isola di Akdamar
La chiesa, costruita tra il il 915 e il 921 d.C. per volere del re armeno Gagik, è stata restaurata dal governo turco con l’obiettivo di preservare il patrimonio storico e culturale.
Dopo un lungo lavoro di restauro curato dall’architetto turco Zakaryan Mildanoğlu, questo gioiello architettonico è stato riportato alla luce diventano l’attrazione principale dell’isola dove, oggi, vengono organizzare numerose escursioni e gite giornaliere.
Il paesaggio che circonda la chiesa rende l’isola un piccolo paradiso incontaminato: l’acqua del lago di Van sembra proteggere un lembo di terra caratterizzato da una lussureggiante.
La facciata esterna della chiesa è coperta da rilievi con scene della Bibbia tratte dall’Antico e Nuovo Testamento.
AKDAMAR KILISESI
Restaurata con cura, è una delle meraviglie dell’architettura armena. Appollaiata su un’isola a 3 km dalla sponda del lago, la si può raggiungere con barche a motore adibite al trasporto dei visitatori.
Nel 921 Gagik Artzruni, re di Vaspurkan, fece costruire su quest’isola un palazzo, una chiesa e un monastero.
Del palazzo e del monastero rimane ben poco, mentre le pareti della chiesa sono in ottime condizioni e i meravigliosi bassorilievi che la decorano sono annoverati fra i capolavori dell’arte armena. Se conoscete gli episodi biblici, riconoscerete immediatamente Adamo ed Eva, Giona e la balena (con la testa di un cane), Davide e Golia, Abramo sul punto di sacrificare Isacco, Daniele nella fossa dei leoni, Sansone e altri personaggi biblici. All’interno della chiesa si possono ammirare anche degli affreschi.
Il museo di Van
La città non è sempre stata così brutta. L’antica Van, circondata da mura, sorgeva in riva al lago. Secondo le informazioni su wikipedia (a cui mi attengo) all’inizio del secolo scorso (tra 1915 e 1920) nel corso degli scontri fra Armeni e turchi fu rasa al suolo e la consistente popolazione armena deportata o sterminata .
Negli anni successivi fu ricostruita cinque chilometri più a est, lontano dal lago. Inutile dire che la ricostruzione fu fatta senza alcun gusto e con poco criterio, che probabilmente non era la priorità.
La storia del conflitto è raccontata al museo di Van. Accanto a meravigliosi reperti dell’antico regno di Urartu (ottavo, nono secolo prima di cristo) – che i persiani chiamavano già Armenia – c’è una parte dedicata alla storia più recente, al piano di sopra. Un’esperienza surreale e macabra. Scheletri e ossa sono esposti dentro ad alcune teche.
Raccontano la versione nazionalista del genocidio armeno: sono i resti di turchi uccisi dagli armeni a inizio secolo.
Il castello di Van
Per arrivare al kale bisogna attraversare cinque chilometri di cadente periferia e arrivare in riva al lago. Messo in guardia sulla possibile presenza di bambini che amano lanciare fitte sassaiole contro i rari turisti appiedati opto per il più sicuro dolmus, mezzo di trasporto amatissimo in tutta la turchia.
Si tratta di minibus che funzionano come taxi collettivi: partono solo quando pieni all’inverosimile e hanno percorsi generalmente poco chiari, adattabili in una certa misura alle esigenze di ognuno.
Cerco a lungo il dolmus giusto, e vengo accolto calorosamente dagli altri passeggeri che tentano, invano, di illustrarmi le bellezze del lago e di Van. Il gatto? Tutti annuiscono ma nessuno fornisce indicazioni utili. Scendo aspettandomi un fitto lancio di pietre, mi guardo attorno con sospetto, ma non c’è nessuno. Ci sono due ragazzini (senza pietre) che cominciano a seguirmi e insistono per farmi da guida.
Davanti a me c’è solo una rupe rocciosa, il ‘castello’ e il lago ad alcune centinaia di metri di distanza, quindi accetto. Si sale la rupe. Il luogo è di grande fascino.
Vedo un enorme iscrizione cuneiforme su un lastrone nero, sicuramente millenaria, e una in greco che reca il nome di Serse. Dalla cima della rupe il panorama è magnifico e malinconico. Nubi minacciose si affollano sul lago, tutt’altro che azzurro come nelle cartoline, ma grigio e minaccioso.
A un certo punto della discesa i ragazzini mi chiedono il conto: una mancia. Do loro quello che ritengo giusto, non una lira di più, ma evidentemente insoddisfatti cominciano a pretendere di più.
Come arrivarci
La soluzione più economica per spostarsi da Istanbul a Van è in treno e bus via Konya che costa €13 – €26 e richiede 24h 29min.
La soluzione più rapida per arrivare da Istanbul a Van è volo, costa €50 – €270 e impiega 2h 37min.
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