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Visitare la basilica di Santa Sofia
Vuoi visitare la basilica di Santa Sofia ? Eccoti alcuni consigli su questa basilica e la sua zona di riferimento:
La Basilica di Santa Sofia (Aya Sofia in turco, Hagia Sophia in greco) è il gioiello dell’architettura bizantina, dedicata alla Divina Sapienza.
Porta splendidamente i suoi quasi 1500 anni d’età, fu trasformata in moschea, per volere di Mehmet II, durante la presa della città da parte degli Ottomani nel 1453. Oggi, l’uso di Santa Sofia come luogo di culto (moschea o chiesa) è proibito, ma rimane uno dei luoghi più suggestivi da visitare per tutti i turisti che vengono per la prima volta a Istanbul e decidono di visitare l’area di Sultanahmet.
Area di Sultanahmet
Nonostante L’AREA DI SULTANAHMET sia ormai diventata un giardino autoreferenziale della città ad uso e consumo dei turisti è difficile non rimanere ammaliati davanti alla Basilica di Santa Sofia (Aya Sofia in turco, Hagia Sophia in greco), il gioiello dell’architettura bizantina, dedicata alla Divina Sapienza, che porta splendidamente i suoi quasi 1500 anni d’età.
I lavori iniziarono nel 532, sulle ceneri di quella che fu la basilica voluta da Teodosio II, incendiata durante la rivolta di Nika. Santa Sofia è stata inaugurata dopo meno di sei anni di costruzione il 26 dicembre 537 dall’imperatore Giustiniano, furono necessari 10mila operai e cumuli d’oro per completare l’opera. Per rivestire le pareti e le colonne, Giustiniano aveva fatto giungere, dalle province dell’impero, una grande varietà di marmi: il marmo bianco da Marmara, il marmo verde dall’isola di Eubea, il marmo rosa dalle cave di Synnada e il marmo giallo dall’Africa. Inoltre alcune colonne e diversi ornamenti vennero recuperati dai templi di Diana a Efeso, Atene, Delfi, Delo e Osiride in Egitto.
Il lavoro fu affidato a due architetti greci venuti dall’Anatolia: Isidoro di Mileto, all’epoca a capo dell’Accademia platonica di Atene, e il matematico e fisico Antemio di Tralle.
I princìpi di costruzione su cui i due basarono gli studi di preparazione all’opera erano ispirati al Pantheon romano e all’arte paleocristiana.
La navata centrale è di 70 metri per lato, mentre la cupola centrale, traforata da 40 finestre ad arco e sostenuta da quattro pennacchi, con i suoi 30 metri di diametro e i 56 metri di altezza risulta una delle più ampie del mondo. Il peso della cupola si scarica, attraverso i pennacchi, su quattro massicci pilastri posti agli angoli. Sulla circonferenza, le 40 finestre formano una corona di luce che sembra galleggiare sopra la sala di preghiera.
Storia della Basilica di Hagia Sophia
Se dovessimo definire con una parola questo capolavoro dell’architettura bizantina, sarebbe “evoluzione”. Infatti questo edificio ha saputo adattarsi perfettamente agli sviluppi politici e culturali del suo paese. La sua storia ha inizio nel 360 d.C., ma ancora oggi non smentisce la sua inclinazione al cambiamento. Andiamo ad approfondire il suo sviluppo nell’arco dei secoli partendo dalla sua costruzione.
La prima chiesa
Il primo nucleo viene inaugurato il 15 febbraio del 360 d.C., accanto al palazzo imperiale e alla chiesa di Santa Irene, all’epoca il principale luogo di culto dell’impero bizantino. Si tratta di un edificio di grandi dimensioni, così come suggerisce il suo primo nome “Μεγάλη Ἐκκλησία” ovvero Grande Chiesa. Dedicata a Gesù Cristo il salvatore “Logos” è progettata come una tradizionale basilica latina e si compone di un grande colonnato, di un tetto in legno e da un doppio atrio che ne costituiva l’ingresso principale.
Per quanto riguarda il suo costruttore, invece, esistono più ipotesi. Infatti, alcuni la attribuiscono a Costanzo II, mentre altri sostengono che fosse il padre Costantino I l’autore di questa chiesa. Nessuna struttura risalente a quest’epoca è però giunta fino a noi, poiché intorno al 404 d.C. l’intero edificio fu distrutto da un incendio.
La seconda chiesa
La capitale dell’impero bizantino, però, non rimase molto a lungo senza una chiesa. Infatti, il 10 ottobre del 415 d.C. un nuovo edificio sorse sulle ceneri del precedente. La basilica voluta da Teodosio II ricalcava per dimensioni e struttura la precedente. L’architetto che si occupa dei lavori è Rufino che utilizza legno per la copertura, sostenuta da murature in marmo.
Fu un altro incendio intorno al 532 d.C. a distruggere anche questa costruzione e ancora una volta, poche tracce sono giunte fino a noi. Tuttavia nel 1935 alcuni scavi condotti da Schneider portarono alla luce dei blocchi dell’ingresso monumentale, raffiguranti 12 agnelli che simboleggiano i 12 apostoli.
Nelle vicinanze di Santa Sofia
Proprio alle spalle di Santa Sofia c’é Soğukçeşme Sokak, una piccola via con case ottomane in legno, a due o tre piani. Le case risalgono al XIX secolo, e sono state restaurate grazie all’iniziativa di Çelik Gülersoy nel 1985-1986. Nove di queste case sono diventate graziosi hotel, gestiti dal Touring Club.
Sempre in Soğukçeşme Sokak, nell’imaret di Santa Sofia, si trova il Museo del Tappeto (HALI MÜZESI), che ospita una delle collezioni di tappeti più ricche del mondo, con pezzi di grande valore storico e artistico.
In Tevkifhane sokak si puo’ osservare l’edificio chiamato Sultanahmet Cezaevi, una ex prigione, ora trasformata nel lussuoso Four Seasons Hotel. L’edificio è stato progettato in stile neoclassico turco all’inizio del ‘900.