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La fontana del boia di Istanbul
Oggi descriviamo ” La fontana del boia di Istanbul, che si trova all’interno del primo cortile del Palazzo Topkapı , laFontana del Boia di Istanbul era utilizzata dai boia dell’Impero Ottomano e dipendevano dal Bostancıbaşi, il capo giardiniere imperiale.
Infatti alcuni giardinieri, uomini quasi sempre di origini balcaniche, oltre ad essere incaricati alla manutenzione del verde pubblico venivano assegnati anche alle esecuzioni capitali.
I boia (celladı in turco) ottomani avevano un cimitero solo a loro riservato ad Eyüp. Le loro tombe sono oggi facilmente riconoscibili dalle altre perché non possiedono iscrizioni.
La fontana del palazzo topkapi
La cosa soprendente é che i boia avevano diritto a tombe di qualità inferiore rispetto ai condannati alla pena capitale ma usufruivano di una cerimonia funebre dignitosa.
Anche la Fontana del Boia é l’unica fontana a non possedere nessun tipo di iscrizione mentre tutte le altre sono decorate con elementi calligrafici.
Quando l’imperatore tedesco Guglielmo II venne in visita ad Istanbul nel 1899, la Fontana venne “nascosta” per evitare che l’illustre ospite vedesse lo spettacolo macabro dei carnefici mentre pulivano gli attrezzi utilizzati per le esecuzioni.
Tra gli innumerevoli boia si ricorda la figura di Kara Ali vissuto nel XVII secolo che annovera tra le sue esecuzioni, avvenute tutte per strangolamento, un sultano destituito e un Gran Visir.
Infine nelle vicinanze della Fontana é possibile notare la piccola colonna dove venivano esposte le teste dei condannati alla pena capitale.
La fontana del boia chiamata anche fontana dell’esecutore in turco Cellat Çeşmesi
Il percorso museale prevede l’attraversamento del Primo Cortile sino al “Cancello del Saluto” che immette nel Secondo Cortile.
Il Cancello del Saluto, anche nota come “Cancello di mezzo” (in turco: Orta Kapı) è una struttura fortificata con merli e due torrioni ottagonali laterali, apparentemente di fattura bizantina. La datazione è però incerta e si basa primariamente su un’iscrizione datata 1542.
Il cancello è riccamente decorato con iscrizioni religiose e monogrammi di sultani. Ai tempi dell’Impero, al solo sultano era consentito attraversare la porta a cavallo, chiunque altro sarebbe dovuto smontare di sella, come già prevedeva il protocollo di corte bizantino per la Porta della Chalke del Gran Palazzo.
A destra della porta, internamente al cortile, si trova la cosiddetta “Fontana dell’Esecutore” (in turco: Cellat Çeşmesi), dove, secondo una tradizione ancora da confermare, il boia di corte lavava le mani e la spada dopo aver decapitato un condannato.
Fontana dell’esecutore la storia
La Fontana di Ahmed III (in lingua turca III. Ahmet Çeşmesi) è una fontana, realizzata in stile ottomano rococò, ubicata nella grande piazza di fronte all’ingresso principale del Palazzo di Topkapı a Istanbul.
Fu costruita durante il regno del sultano ottomano Ahmed III, nel 1728, nello stile del periodo dei tulipani. Fu un centro sociale e luogo di ritrovo durante il periodo ottomano a Costantinopoli.
Il chiosco-fontana di Ahmed III venne realizzato al posto di una fontana bizantina nota come Perayton. Un’altra fontana, costruita durante l’Impero bizantino si trovava sul sito, prima di questa fontana.[1] Le caratteristiche architettoniche degli esterni riflettono una sintesi degli stili occidentali tradizionali ottomani e contemporanei.
La fontana è un grande blocco quadrato costruito con cinque piccole cupole. Ha delle nicchie, sagomate a forma di Miḥrāb, decorate con bassorilievi con disegni floreali e foliati in ognuna delle quattro facciate, ognuna delle quali contiene una fontanella (çeşme).
L’acqua è fornita da una piscina ottagonale sita all’interno del chiosco, con uno spazio di circolazione attorno ad essa per i guardiani del chiosco. Su ogni angolo c’è un “sebil” a tre strati (da cui un inserviente inseriva tazze d’acqua o sorbetto, gratuitamente, da dietro una griglia).
Sopra le fontanelle e le nicchie, su ogni facciata e sebil vi sono grandi lastre calligrafiche bordate con piastrelle blu e rosse.
Ogni lastra reca le strofe di un poema di 14 versi, dedicato all’acqua e al suo donatore, composto da Seyyid Hüseyin Vehbi bin Ahmed, giudice principale di Halep e Kayseri. Si legge in senso orario intorno alla fontana, iniziando dalla “sebil” settentrionale. L’ultima strofa del poema della facciata nord-ovest è un cronogramma composto da Ahmed III.