Condividi questo articolo
Ippodromo a Istanbul Turchia
Vuoi fare una visita all’ ippodromo a Istanbul Turchia ? Beh, perchè non visitarlo , se fai un viaggio in Turchia tanto vale visitare quello che si può!!!
Quello che devi conoscere dell’ Ippodromo a Istanbul Turchia.
L’Ippodromo di Istanbul, o Atmeydani, ha avuto un’importanza rilevante sin dai tempi di Bisanzio, grazie alle sue immense dimensioni, 400 m di lunghezza e 120 di larghezza, secondo solo al Circo Massimo di Roma.
Non solo era un luogo di divertimento ma qui si sfidavano le classi politiche per ottenere la guida della città: la squadra verde rappresentava il popolo e quella blu la classe dirigente.
Dal gioco molto spesso si passò alla guerra civile: la rivolta di Nika ad esempio mise a ferro e fuoco la città per 6 giorni, provocò l’incendio di Aya Sofya e venne repressa dal generale Belisario con la morte di 30.000 insorti trucidati proprio nell’arena.
L’ippodromo è stato costruito vicino la Moschea Blu e poteva ospitare fino a 100 mila persone. Purtroppo, a causa della IV Crociata, quando Costantinopoli è stata saccheggiata, le opere di maggior valore dell’ippodromo sono andate perse(come spostarsi a istanbul).
Obelisco di Teodosio
Cosa vedere all’ippodromo a Istanbul Turchia ?
Iniziamo coll’obelisco di Teodosio, costruito dal faraone Thutmosi II 3500 anni fa,venne portato a Costantinopoli da Teodosio I.
I suoi geroglifici intessono le lodi del sovrano raffigurato insieme al dio Ammone nella parte alta, mentre alla sua base sono raffigurate la vita e le gesta del faraone.
Colonna serpentina
Anch’essa trafugata durante le campagne di conquiste, la colonna arriva dal tempio di Apollo a Delfi. Rappresenta tre serpenti intrecciati le cui teste sono andate perdute nel tempo.
Obelisco murato
La sua provenienza è incerta e un tempo doveva essere ricoperto di lamine di bronzo fatte rimuovere da Costantino VII Porfirogenito.
Cenni storici Ippodromo di costantinopoli Istanbul
Come detto, L’ippodromo a istanbul viene anche chiamato di Costantinopoli e si trova nell’odierna Istanbul, nel distretto di Fatih (che coincide con la città murata), nella mahalle (quartiere) di Sultanahmet, accanto alla Moschea Blu.
L’inizio della costruzione dell’ippodromo di Bisanzio si deve a Settimio Severo.
L’ippodromo fu completato in forme monumentali da Costantino I contestualmente alla fondazione della “Nuova Roma”. Divenne centro di riunioni governative e in particolare popolari come durante la Rivolta di Nika
Con la conquista latina di Costantinopoli, durante la quarta Crociata, nel 1204, l’Ippodromo fu abbandonato e divenne una cava di materiali edili per nuovi edifici.
Dopo la caduta di Costantinopoli del 1453 anche gli Ottomani non persero mai di vista le attività dell’ippodromo, che continuò la sua doppia funzione di luogo di gara e centro di assembramenti politici, tanto che i disordini proprio qui scoppiati nel 1909 causarono la caduta di Abdul Hamid II e la promulgazione della Costituzione ottomana.
Architettura
Le dimensioni dell’ippodromo erano di circa 400 metri di lunghezza per 130 di larghezza e poteva contenere circa 100.000 persone.
Le gradinate, inizialmente in legno, nel secolo X furono riedificate in marmo. Erano costituite da trenta o quaranta file di gradini.
La pista (πέλμα, pelma) era divisa dalla spina, intorno a cui dovevano girare i carri.
La spina era riccamente decorata: all’estremità verso le carceri c’era il cippo degli Azzurri e all’estremità opposta quello dei Verdi: erano costituiti da cilindri di bronzo sormontati da tre sfere.
Nel tempo si aggiunsero altri monumenti, fra cui alcune statue e poi la colonna serpentina proveniente dal santuario di Delfi. Successivamente Teodosio I vi fece trasportare e porre su di un dado in marmo, quale piedistallo decorato da fregi nei quali era lo stesso sovrano a comparire nelle vesti imperiali, l’obelisco egizio di Tutmosi III proveniente da Eliopoli (dove era stato eretto intorno al 1450 a.C.). Infine fu costruito un obelisco in muratura, rivestito di lastre di bronzo da Costantino VII Porfirogenito.
Le carceri, poste all’estremità settentrionale dell’Ippodromo, erano i dodici stalli di partenza dei carri. Erano sovrastati da una torre alta 22,76 metri, decorata da una quadriga di bronzo i cui cavalli nel 1204 furono portati a Venezia e posti sopra il portale di San Marco (cosiddetti cavalli di San Marco).
L’altra estremità dell’ippodromo, chiamata sphendoné ovverosia “fionda”, era la curva più pericolosa ed era anche il luogo deputato alle esecuzioni capitali.
Nell’ippodromo si affacciava il kathisma, la tribuna imperiale, direttamente connessa al palazzo imperiale.
Essa era fondamentale per garantire un rapporto diretto tra l’Imperatore e il popolo, così come avveniva in precedenza a Roma con il Circo Massimo e il Colosseo. Esso si trovava al centro della gradinata orientale, più vicino alle carceri che alla sphendoné.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”post_content”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”post_content”][et_pb_code _builder_version=”4.17.4″ _module_preset=”default” background_color=”rgba(255,255,255,0.9)” text_orientation=”center” global_colors_info=”{}” theme_builder_area=”post_content”][booking_product_helper shortname=”ricercacentrale”][/et_pb_code][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]